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L’altra sera, a Linea Notte, si è discusso anche del caso riguardante il bambino di Cittadella portato via dalle forze dell’ordine mentre si trovava a scuola, per questioni riguardanti l’affidamento dello stesso.

Genitori che non vanno più d’accordo, diatribe che ricadono sul figlio. Non ho seguito molto la vicenda, ma credo che casi simili – non di prelevamento forzoso, ma di difficili equilibri sulla crescita di un figlio tra coppie che non lo sono più – siano piuttosto frequenti, anche se ciascuno di questi ha caratteristiche particolari che lo rendono unico. Si tratta di questioni delicate, perciò, che è meglio non prendere come possibili argomenti a sostegno di una propria tesi generale.

Se, ad esempio, una persona favorevole all’adozione per le coppie omosessuali avesse usato l’argomento «visto? E cosa ne è del bene del bambino? E’ questo il bene che le coppie eterosessuali garantiscono a un bambino? Le coppie eterosessuali sbagliano nella crescita dei figli» sarebbe stato sbagliato. Non privo di una certa logica, ma sbagliato, perché casi particolari difficilmente possono essere utili per argomentare tesi generali.

La cosa che mi ha sconvolto, invece, è ciò che ha detto Bruno Tabacci. In primo luogo perché – si scopre alla fine dell’audio – ne fa un caso «personale, particolare», ma soprattutto perché arriva alla conclusione opposta della fantomatica coppia di omosessuali di cui sopra: i bambini, in certi casi – dice Tabacci -, diventano solo uno status, un simbolo, proprio come per le coppie omosessuali. Una disputa all’interno di una coppia eterosessuale diventa un argomento contrario all’adozione per le coppie omosessuali: un capolavoro.

4 thoughts on “Il mondo al contrario di Bruno Tabacci

  1. il rischio che il bambino diventi uno “status” c’è sempre, anche per le coppie etero, per i single… (ad es. ci sono popstar che adottano bambini con la disinvoltura con la quale si prende un cane…) sta agli esperti (psicologi, assistenti sociali…) valutare le reali motivazioni dellla coppia richiedente, omo o eterosessuale che sia. Quindi quello di Tabacci è un non argomento.
    Anche i problema del disagio del bambino per la propria “diversità” dagli altri è un “argomento al contrario”. Tabacci riferisce del proprio disagio nel confronto con gli altri bambini, perchè era orfano di padre; accadeva negli anni 50 ma, vivaddio, quel tempo è passato e i figli di genitori single non sono + così a disagio in mezzo agli altri. Quando io ero piccola ai bambini adottivi si nascondeva la verità circa la propria nascita… per fortuna, la società si evolve; compito della politica è quello di favorire una evoluzione positiva, che elimini le discriminazioni, non di “rassegnarsi” ad esse!

  2. Pingback: A proposito di adozioni | [ciwati]

  3. Parlare della diatriba tra genitori mi sembra riduttivo. Spostare il caso su sentimenti personalissimi credo sia inutile.
    Entrambi sono modi banali di distogliere l’attenzione su quello che è veramente questa vicenda : una violenza su un minore perpetrata davanti agli sguardi e con la complicità di forze dell’ordine e servizi sociali, UNA VIOLENZA SU UN MINORE.

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